La morte di un figlio provoca sempre danni ai genitori per il loro cambiamento di vita in assenza di prova contraria

Cass. Sez. III, 22.11.2013 n. 26327

Diritto della responsabilità civile extracontrattuale – responsabilità civile da circolazione stradale – danno da perdita di prossimo congiunto

La morte di un prossimo congiunto può causare nei superstiti sia una sofferenza morale per la perdita del rapporto parentale, sia un danno biologico vero e proprio, il quale tuttavia sussiste solo in presenza di una effettiva compromissione dello stato di salute fisica o psichica di chi lo invoca. La morte di una persona cara costituisce di per sé un fatto noto dal quale il giudice può desumere, ex art. 2727 cc, che i congiunti dello scomparso abbiano patito una sofferenza morale interiore tale da determinare un’alterazione della loro vita di relazione e da indurli a scelte di vita diverse da quelle che avrebbero altrimenti compiuto, sicché nel giudizio di risarcimento del relativo danno non patrimoniale incombe al danneggiante dimostrare l’inesistenza di tali pregiudizi.