Archivio mensile:novembre 2013

Come si fa il ricorso per cassazione in cause su delibere societarie?

Cass. Sez. I, 16.10.2013 n. 23438

Diritto commerciale – Diritto societario – Diritto processuale civile

Se con il ricorso per cassazione si sollevino censure che portino all’esame di delibere, è necessario – per il principio di autosufficienza del ricorso – che il testo di tali atti sia interamente trascritto e che siano, inoltre, dedotti i criteri di interpretazione delle stesse che si ritengono violati dal giudice di merito, indicando le modalità con le quali costui se ne sia discostato, non potendo il ricorso limitarsi ad una mera prospettazione di un’interpretazione diversa da quella accolta nella sentenza impugnata.

Scritture contabili da verificare nel concordato per evitare frodi

Cass. Sez. I, 15.10.2013 n. 23387

Diritto Commerciale – Diritto fallimentare – concordato preventivo

Gli atti di frode, presupposto della revoca dell’ammissione al concordato preventivo con il nuovo art. 173 l. f. non possono più essere individuati solo negli atti in frode ai creditori di cui agli artt. 64 e ss. l. fall., o comunque in comportamenti volontari idonei a pregiudicare le aspettative di soddisfacimento dei creditori, ma esigono che la condotta del debitore sia stata volta ad occultare situazioni di fatto idonee ad influire sul giudizio dei creditori, cioè situazioni che, da un lato, se conosciute, avrebbero presumibilmente comportato una valutazione diversa e negativa della proposta e che, dall’altro, siano state “accertate” dal commissario giudiziale e cioè da lui “scoperte”.
L’atto di frode, per la revoca dell’ammissione, deve essere scoperto dal commissario giudiziale e deve essere tale da ingannare i creditori sulle reali prospettive di soddisfacimento in caso di liquidazione, sottacendo l’esistenza di parte dell’attivo o aumentando artatamente il passivo in modo da far apparire la proposta maggiormente conveniente rispetto alla liquidazione fallimentare.
Sono necessarie l’annotazione sulle scritture del decreto di ammissione alla procedura di concordato per distinguere le registrazioni anteriori da quelle successive a tale evento, e la messa a disposizione del commissario giudiziale delle scritture contabili su cui il commissario giudiziale deve procedere alle verifiche ed agli accertamenti di sua competenza. Le scritture contabili, pertanto non sono lo strumento con il quale il debitore porta a conoscenza dei creditori tutti gli elementi rilevanti per il loro consenso sulla proposta di concordato, ma sono l’oggetto della verifica e dell’accertamento che il commissario giudiziale deve svolgere sui dati risultanti dalla proposta e dai suoi allegati.

Basta spedire la convocazione otto giorni prima dell’assemblea

Cass. Sez. Un., 14.10.2013 n. 23218

Diritto Commerciale – Diritto societario – società a responsabilità limitata

Salvo che l’atto costitutivo della società non preveda diversamente, deve presumersi che l’assemblea dei soci sia validamente costituita se gli avvisi di convocazione siano stati spediti agli aventi diritto almeno otto giorni prima dell’adunanza (o nel diverso termine eventualmente in proposito indicato dall’atto costitutivo), ma tale presunzione può essere vinta se il destinatario dimostri che, per causa a lui non imputabile, egli non ha ricevuto l’avviso di convocazione o lo ha ricevuto così tardi da non consentirgli di partecipare all’adunanza; in questo caso può chiedere un rinvio.

L’aggravamento del dissesto della società è imputabile ai sindaci

Cass. Sez. I, 14.10.2013 n. 23233

Diritto Commerciale – Diritto societario – Diritto fallimentare

In caso di dichiarazione di fallimento della società il danno cagionato dalla condotta omissiva dei sindaci è determinato non nel dissesto della stessa, ma nel suo aggravamento per effetto dell’aumentato ammontare degli interessi dovuto al ritardo con cui è stato dichiarata l’insolvenza. E’ pertanto in re ipsa il nesso di causalità tra comportamento illecito dei sindaci e il danno conseguente al dissesto qualora ai primi venga addebitata la mancata formulazione di rilievi critici su poste di bilancio palesemente ingiustificate e il mancato esercizio di poteri sostitutivi che, secondo l’id quod plerumque accidit, avrebbero condotto ad una più sollecita dichiarazione di fallimento.

Danno biologico, morale ed esistenziale sono tutti risarcibili

Cass. Sez. III, 11.10.2013 n. 23147

Diritto della responsabilità civile extracontrattuale – risarcimento dei danni

Il danno biologico (cioè la lesione della salute), quello morale (cioè la sofferenza interiore) e quello dinamico-relazionale (altrimenti definibile “esistenziale”, e consistente nel peggioramento delle condizioni di vita quotidiane, risarcibile nel caso in cui l’illecito abbia violato diritti fondamentali della persona) costituiscono pregiudizi non patrimoniali ontologicamente diversi e tutti risarcibili; né tale conclusione contrasta col principio di unitarietà del danno non patrimoniale, sancito dalla sentenza n. 26972 del 2008 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, giacché quel principio impone una liquidazione unitaria del danno, ma non una considerazione atomistica dei suoi effetti.

Per contestare i difetti del bene venduto è necessario il rogito

Cass. Sez. II, 11.10.2013 n. 23162

Diritto delle obbligazioni e dei contratti – contratto preliminare di compravendita

In tema di contratto preliminare di vendita, la consegna dell’immobile prima della stipula del contratto definitivo, non fa decorrere i termini di decadenza e di prescrizione per opporre i vizi noti, perché l’onere della tempestiva denuncia presuppone che sia avvenuto il trasferimento del diritto di proprietà sul bene, trasferimento che si ottiene solo con il contratto di vendita definitivo.
Nell’ipotesi di contratto preliminare di vendita di un bene con consegna dello stesso prima della stipula del contratto definitivo, la presenza di vizi nella cosa consegnata consente al promissario acquirente, senza che debba rispettare il termine di decadenza di cui all’art. 1495 cc per la denuncia dei vizi della cosa venduta, a opporre l’eccezione di inadempimento al promittente venditore che gli chieda la stipulazione del contratto definitivo e di pagare contestualmente il saldo del prezzo, e lo abilita altresì a chiedere, in via alternativa, la risoluzione del preliminare per inadempimento del promittente venditore o la sua condanna a eliminare a proprie spese i vizi della cosa.

Quando la banca e’ responsabile nel pagare (o no) l’assegno

Cass. Sez. I, 10.10.2013 n. 23077

Diritto delle obbligazioni e dei contratti – Titoli di credito – Assegno bancario

L’art. 35 del RD 31.12.1933 n. 1736, il quale prevede che l’ordine di non pagare l’assegno che il traente da alla banca ha effetto solo dopo lo scadere del termine di presentazione e che, in mancanza di tale ordine, la banca può pagare l’assegno anche dopo la scadenza del termine, da una parte garantisce la conservazione della provvista sul conto corrente a tutela del prenditore dell’assegno almeno fino alla scadenza del termine di presentazione e dall’altra consente al traente, scaduto tale termine, di disporre di nuovo della provvista impedendo alla banca di pagare l’assegno.
La banca è libera di pagare l’assegno prima della scadenza del termine di presentazione. La banca è invece responsabile nei confronti del prenditore in caso di rifiuto di pagamento prima della scadenza del termine di presentazione e nei confronti del traente in caso di pagamento anche dopo lo spirare del termine, in presenza di un ordine di revoca del traente.

Distanze negli impianti di riscaldamento

Cass. Sez. II, 8.10.2013 n. 22888

Diritto immobiliare – distanze tra le costruzioni

Negli impianti di riscaldamento, la caldaia, il bruciatore ed il deposito di carburante non sono soggetti al disposto dell’art. 889 cc, prevista per la distanza dei tubi di adduzione di gas alla caldaia. In particolare, il bruciatore è esente dalla presunzione assoluta di pericolosità e dall’obbligo di osservanza della distanza in tema di “flusso costante di sostanza liquida o gassosa”.

Spese del lastrico solare: un terzo a chi lo usa e due terzi al condominio

Cass. Sez. II, 8.10.2013 n. 22896

Diritto immobiliare – comunione e condominio

Le spese di manutenzione, riparazione e ricostruzione delle terrazze, anche a livello, equiparate ai lastrici solari, sono disciplinate dall’art. 1126 cc, che ne prevede la ripartizione in ragione di un terzo a carico del condomino, che abbia l’uso esclusivo, restando gli altri due terzi a carico dei proprietari dei piani o porzioni di piano sottostanti.

Il pagamento del prezzo del preliminare di compravendita può essere provato anche con testimoni e con presunzioni

Cass. Sez. II, 8.10.2013 n. 22898

Diritto delle obbligazioni e dei contratti – contratto preliminare di compravendita

Il limite previsto dall’art. 2721 cc, che non consente di provare con testimoni fatti il cui valore superi Euro 2,58 salvo il diverso avviso dell’autorità giudiziaria (disposizione questa applicabile alle presunzioni ex art. 2729 cc), è norma che non attiene all’ordine pubblico e quindi non può essere applicata d’ufficio ma solo su istanza di parte e a seguito di tempestiva eccezione. Il Giudice quindi non è tenuto a rilevare di ufficio l’inammissibilità della testimonianza ma occorre che l’inammissibilità della stessa sia tempestivamente dedotta dalla controparte.