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E’ possibile chiedere l’ammissione al passivo del credito per interessi separatamente da quello per il capitale

Cass. Sez. VI, 17.12.2021 n. 40554

Diritto della crisi di impresa – fallimento – ammissione al passivo – credito – interessi – capitale – simultaneità – esclusione

La proposizione tardiva della domanda di ammissione al passivo fallimentare del credito (accessorio) agli interessi moratori, in quanto fondata sul ritardo nell’adempimento, non è preclusa, stante la diversità della rispettiva causa petendi, dalla definitiva ammissione in via tempestiva del credito relativo al capitale.

Nella mediazione delegata il termine per iniziarla di 15 giorni non è perentorio

Cass. Sez. II, 14.12.2021 n. 40035

Diritto processuale civile – mediazione – mediazione delegata – inizio della mediazione – termine – perentorietà – esclusione

Ai fini della sussistenza della condizione di procedibilità ciò che rileva è l’utile esperimento entro l’udienza di riesame fissata dal giudice della procedura e non l’avvio entro i 15 giorni indicati dal giudice delegato.

Non serve la forma scritta per il mandato ad acquistare beni immobili

Cass. Sez. VI, 13.12.2021 n. 39566

Diritto delle obbligazioni e contratti – mandato – acquisto – beni immobili – forma scritta – necessità – esclusione

Non occorre la forma scritta per il mandato senza rappresentanza per l’acquisto di beni immobili trattandosi di un atto avente efficacia obbligatoria di conseguenza è altresì configurabile un atto ricognitivo di quel mandato.

Iscrivere un’ipoteca per un valore più alto del consentito può comportare una responsabilità extracontrattuale per il creditore

Cass. Sez. III, 13.12.2021 n. 39441

Diritto delle obbligazioni e contratti – ipoteca – iscrizione – valore – importo eccessivo – responsabilità extracontrattuale – sussistenza

Al di là della previsione del rimedio speciale della riduzione delle ipoteche, in applicazione dei principi generali il creditore il quale iscriva ipoteca giudiziale su beni il cui valore sia eccedente (a fortiori se sproporzionato) rispetto all’importo del credito vantato, può essere chiamato, ferma restando l’eventuale responsabilità processuale ex art. 96 c.p.c., a rispondere ex art. 2043 c.c. del danno subito dal debitore consistente nella difficoltà o impossibilità della negoziazione del bene medesimo ovvero nella difficoltà di accesso al credito, non potendo dirsi al creditore attribuito il potere di iscrivere ipoteca su beni del debitore senza alcun limite di continenza o proporzionalità della cautela.

Per l’azione di ripetizione di indebito non è sempre necessario per il cliente ricorrere alla produzione degli estratti – conto

Cass. Sez. VI, 7.12.2021 n. 38976

Diritto bancario e dei mercati finanziari – ripetizione di indebito – prova – estratti conto – necessità – esclusione

Il correntista che agisca in giudizio per la ripetizione di quanto indebitamente trattenuto dalla banca (e dunque da lui pagato) con il saldo finale del rapporto non è tenuto a documentare le singole rimesse suscettibili di ripetizione soltanto mediante la produzione in giudizio di tutti gli estratti conto mensili, ben potendo comprovare la domanda attraverso documenti diversi ove essi forniscano indicazioni certe e complete riguardo all’andamento del conto. A fronte quindi della mancata acquisizione di una parte dei citati estratti, il giudice del merito potrebbe valorizzare, a norma degli artt. 2709 e 2710 c.c., le risultanze delle scritture contabili.

Non esiste conflitto di interessi tra società e amministratori in caso di impugnazione delle delibere dell’assemblea dei soci

Cass. Sez. VI, 7.12.2021 n. 38883

Diritto societario – società di capitali – delibere assembleari – impugnazione – conflitto di interesse – esclusione

Non sussiste un conflitto immanente d’interessi, tale da condurre in ogni caso alla nomina di un curatore speciale ex art. 78 c.p.c., nei giudizi di impugnazione delle deliberazioni assembleari di società, in cui il legislatore prevede la legittimazione passiva esclusivamente in capo alla società, in persona di chi ne abbia la rappresentanza legale; né è fondata una valutazione di conflitto di interessi in capo all’amministratore, solo in quanto la deliberazione assembleare abbia ad oggetto profili di pertinenza dello stesso organo gestorio (come per l’approvazione del bilancio sociale d’esercizio che l’organo amministrativo abbia come per legge redatto, o per la deliberazione di determinazione dei compensi dell’organo gestorio ex art. 2389 c.c. o per la delibera di autorizzazione al compimento di un atto gestorio ex art. 2364 c.c., comma 1, n. 5, etc.), posto che ravvisarvi un’immanente situazione di conflitto di interessi indurrebbe alla nomina di un curatore speciale alla società in tutte o quasi tutte le cause di impugnazione delle deliberazioni assembleari o consiliari, con l’effetto discorsivo, non voluto dal legislatore processuale, per cui il socio impugnante tenterebbe sempre di ottenere, mediante il surrettizio ricorso al procedimento di nomina di un curatore speciale alla società ex art. 78 c.p.c., l’esautoramento dell’organo amministrativo dalla decisione delle strategie di tutela a nome della stessa.

Quando si configura il sale and lease back vietato

Cass. Sez. I, 6.12.2021 n. 38693

Diritto delle obbligazioni e contratti – leasing – sale and lease back – patto commissorio – violazione – condizioni

Perché possa in astratto configurarsi una violazione del divieto di patto commissorio occorre, in caso di contratto di sale and lease back, che ci sia tra la finanziate e la finanziate un rapporto pregresso o un’esposizione debitoria pregressa, che ci sia una situazione di grave crisi economica e finanziaria, occorre altresì considerare il tempo trascorso tra l’operazione e la dichiarazione di fallimento, occorre che vi sia un uso anomalo della somma concessa in finanziamento; non analizzando detti elementi o anche solo ritenendoli irrilevanti ogni contratto di sale and lease back celerebbe sempre e comunque un patto commissorio.

Il danno da mancata cancellazione di un’ipoteca

Cass. Sez. II, 3.12.2021 n. 38317

Diritto delle obbligazioni e contratti – vendita – ipoteca – cancellazione – inadempimento – danni – quantificazione

La violazione dell’obbligo contrattuale, assunto dal venditore, di provvedere alla cancellazione delle ipoteche gravanti sull’immobile venduto rientra nella disciplina dell’inadempimento ed obbliga il venditore al risarcimento del danno, che può consistere, oltre che nella somma necessaria a cancellare i vincoli ed al compimento delle relative formalità, anche nella perdita definitiva del guadagno che una vendita tempestiva avrebbe consentito, dovendo l’attore fornire la relativa prova.

Il creditore che impugna l’ammissione del credito del terzo ha gli stessi poteri del curatore

Cass. Sez. I, 24.11.2021 n. 36543

Diritto della crisi di impresa – fallimento – stato passivo – domanda – impugnazione – terzo – poteri

In tema di impugnazione dei crediti ammessi allo stato passivo, il creditore impugnante ex art. 98, comma 3, legge fall. può sollevare tutte le eccezioni riservate al curatore fallimentare, compresa quella di prescrizione, anche quando si tratti di crediti il cui accertamento è riservato alla cognizione di altro giudice speciale.