Archivi categoria: Pubblicazioni

falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova falso testo di prova v

La somma riscossa a seguito di esecuzione presso terzi dopo il fallimento del debitore è soggetta all’inefficacia ex art. 44 LF

Cass. Sez. I, 11.1.2022 n. 621

Diritto della crisi di impresa – fallimento – azione revocatoria – pagamenti – esecuzione presso terzi – inefficacia – condizioni

L’assegnazione del credito pignorato non determina l’immediata estinzione del debito dell’insolvente, sicché l’effetto satisfattivo per il creditore procedente si verifica soltanto a seguito della riscossione del credito, la quale, ove abbia luogo in data successiva a quella della dichiarazione di fallimento, sconta inevitabilmente la sanzione dell’inefficacia, ex art. 44 LF.

I termini d’uso dei pagamenti possono essere modificati con prassi precedenti alla dichiarazione di fallimento

Cass. Sez. VI, 11.1.2022 n. 608

Diritto della crisi di impresa – fallimento – azione revocatoria – pagamenti – termini d’uso – condizioni

L’interpretazione dell’art. 67/3 lett. a) LF è nel senso che non sono revocabili quei pagamenti i quali, pur avvenuti oltre i tempi contrattualmente previsti, siano stati, anche per comportamenti di fatto, eseguiti ed accettati in termini diversi, nell’ambito di plurimi adempimenti con le nuove caratteristiche, evidenziatesi già in epoca anteriore a quelli in discorso, i quali, pertanto, non possono più ritenersi pagamenti eseguiti in ritardo, ossia inesatti adempimenti, ma divengono esatti adempimenti; l’onere della prova di tale situazione è, ai sensi dell’art. 2967 cc in capo all’accipiens.

In caso di nullità del contratto di conto corrente la banca ha diritto alla restituzione delle somme a titolo di indebito oggettivo

Cass. Sez. I, 5.1.2022 n. 188

Diritto bancario e dei mercati finanziari – conto corrente – nullità – azione di ripetizione – interessi – quantificazione

In caso di nullità del contratto di conto corrente la banca ha diritto alla restituzione delle somme erogate ma solo a titolo di indebito oggettivo, dunque con gli interessi legali come disciplinati dall’articolo 2033 cc.

Il credito per la presentazione della domanda di fallimento o di concordato è prededucibile se l’attività è stata funzionale

Cass. Sez. Un., 31.12.2021 n. 42093

Diritto della crisi di impresa – fallimento – crediti – crediti professionali – prededuzione – condizioni

Il credito del professionista incaricato dal debitore di ausilio tecnico per l’accesso al concordato preventivo o il perfezionamento dei relativi atti è considerato prededucibile, anche nel successivo e consecutivo fallimento, se la relativa prestazione, anteriore o posteriore alla domanda di cui all’art.161 l.f., sia stata funzionale, ai sensi dell’art.111 co.2 l.f., alle finalità della prima procedura, contribuendo con inerenza necessaria, secondo un giudizio ex ante rimesso all’apprezzamento del giudice del merito, alla conservazione o all’incremento dei valori aziendali dell’impresa, sempre che il debitore venga ammesso alla procedura ai sensi dell’art.163 l.f., ciò permettendo istituzionalmente ai creditori, cui la proposta è rivolta, di potersi esprimere sulla stessa; restano impregiudicate, da un lato, la possibile ammissione al passivo, con l’eventuale causa di prelazione e, per l’altro, la non ammissione, totale o parziale, del singolo credito ove si accerti l’inadempimento della obbligazione assunta o la partecipazione del professionista ad attività fraudatoria.

L’intermediario finanziario risponde del comportamento del proprio promotore finanziario

Cass. Sez. I, 30.12.2021 n. 42054

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti finanziari – promotore finanziario – responsabilità – intermediario finanziario – sussistenza

In tema di intermediazione finanziaria, la società preponente risponde in solido del danno causato al risparmiatore dai promotori finanziari da essa indicati in tutti i casi in cui sussista un nesso di occasionalità necessaria tra il danno e l’esecuzione delle incombenze affidate al promotore. Questa responsabilità solidale non viene meno per il fatto che il preposto, abusando dei suoi poteri, abbia agito per finalità estranee a quelle del preponente, ma deve essere esclusa quando la condotta del danneggiato presenti connotati di anomalia, vale a dire, se non di collusione, quanto meno di consapevole acquiescenza alla violazione delle regole gravanti sul promotore, palesata da elementi presuntivi, quali il numero o la ripetizione delle operazioni poste in essere con modalità irregolari, il valore complessivo delle stesse, l’esperienza acquisita nell’investimento di prodotti finanziari, la conoscenza del complesso iter funzionale alla sottoscrizione di programmi di investimento e le sue complessive condizioni culturali e socio-economiche.

Le fideiussioni sul modello ABI sono parzialmente nulle

Cass. Sez. Un., 30.12.2021 n. 41994

Diritto delle obbligazioni e contratti – fideiussione – modello ABI – nullità – nullità parziale – sussistenza

I contratti di fideiussione a valle di intese dichiarate parzialmente nulle dall’Autorità Garante, in relazione alle sole clausole contrastanti con gli artt. 2, comma 2, lett. a) della legge n. 287 del 1990 e 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, sono parzialmente nulli, ai sensi dell’art. 2, comma 3, della legge succitata e dell’art. 1419 c.c., in relazione alle sole clausole che riproducano quelle dello schema unilaterale costituente l’intesa vietata, salvo che sia desumibile dal contratto, o sia altrimenti comprovata, una diversa volontà delle parti.

L’atto notarile non sempre è un titolo esecutivo

Cass. Sez. III, 28.12.2021 n. 41791

Diritto delle obbligazioni e contratti – atto pubblico – scrittura privata autenticata – titolo esecutivo – condizioni

Ai sensi dell’art. 474 cpc, nel caso in cui l’atto pubblico notarile (ovvero la scrittura privata autenticata) documenti un credito non ancora attuale e certo, ma solo futuro ed eventuale, benché risultino precisamente fissate le condizioni necessarie per la sua venuta ad esistenza, ai fini della sua efficacia esecutiva sarà necessario che anche i fatti successivi ed eventuali che determinano l’effettivo sorgere del credito siano documentati con atto pubblico o scrittura privata autenticata.

I creditori ammessi tardivamente al passivo e quelli ancora sub judice possono impugnare gli altri crediti ammessi

Cass. Sez. I, 27.12.2021 n. 41511

Diritto della crisi di impresa – fallimento – ammissione al passivo – impugnazione – legittimazione

Entro i termini di decadenza previsti dalla legge, sono legittimati all’impugnazione dei crediti ammessi, di cui all’art. 98/3 LF, tutti i creditori, tempestivi o tardivi, la cui domanda di ammissione al passivo sia stata accolta definitivamente o sia ancora sub judice per la pendenza dell’opposizione contro il decreto di rigetto, nonché i creditori tardivi la cui domanda non sia stata ancora esaminata.
L’interesse all’impugnazione dei crediti tempestivi di colui che abbia avanzato domanda di ammissione tardiva allo stato passivo sorge sin dal momento della proposizione di tale domanda e permane sino a quando l’impugnante non veda definitivamente accertata l’insussistenza del suo diritto a partecipare al concorso, salva l’ipotesi che il credito in contestazione non venga definitivamente soddisfatto in sede di riparto prima che la domanda tardiva sia esaminata.

Anche un pignoramento negativo interrompe la prescrizione

Cass. Sez. III, 23.12.2021 n. 41386

Diritto delle obbligazioni e contratti – prescrizione – interruzione – pignoramento negativo – sussistenza

Ai fini dell’interruzione della prescrizione ai sensi degli artt. 2943, comma 4, e 2945, comma 1, c.c., il tentativo di pignoramento mobiliare infruttuoso documentato da verbale di “pignoramento negativo”, costituisce idoneo atto di esercizio del credito, a condizione che l’attività all’uopo effettuata dall’ufficiale giudiziario (accesso, ostensione del titolo esecutivo e del precetto, ricerca dei beni, ecc.) sia conosciuta o conoscibile dal debitore e, dunque, che la stessa si svolga almeno in presenza dei soggetti di cui all’art. 139 c.p.c. ed in luogo appartenente alla sfera giuridica del debitore stesso, nei termini di cui all’art. 513 c.p.c.

Nella opposizione di terzo è quest’ultimo che deve provare la titolarità del suo diritto sui beni pignorati

Cass. Sez. III, 20.12.2021 n. 40751

Diritto processuale civile – esecuzione – opposizione di terzo – onere della prova – ripartizione

Nell’opposizione di terzo di cui all’art. 619 cpc l’opponente ha l’onere di provare la titolarità del diritto vantato sui beni pignorati sia quando il pignoramento dei beni è avvenuto nella casa del debitore sia quando è avvenuto altrove.