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L’ISC non è prezzo, tasso o condizione

Cass. Sez. VI, 9.9.2022 n. 26585

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – ISC – funzione – violazione – nullità – esclusione

L’Isc (Indicatore sintetico di costo) ha una funzione puramente informativa del conto corrente per il cliente di banca, in ordine alla cui violazione non è contemplata alcuna sanzione di nullità.

Le caratteristiche della transazione

Cass. Sez. III, 31.8.2022 n. 25600

Diritto delle obbligazioni e contratti – transazione – reciproche concessioni –condizioni

In tema di transazione, le reciproche concessioni, cui si riferisce il primo comma dell’art. 1965 c.c., devono essere intese in correlazione con le reciproche pretese e contestazioni e non già ai diritti effettivamente a ciascuna delle parti spettanti.

Il creditore può impugnare con l’azione di simulazione l’attribuzione patrimoniale avvenuta in sede di separazione

Cass. Sez. I, 11.8.2022 n. 24687

Diritto delle obbligazioni e contratti – separazione – attribuzione patrimoniale – simulazione – azione – ammissibilità

Mentre il contenuto essenziale dell’accordo di separazione non può essere oggetto di azione simulatoria assoluta, il negozio patrimoniale di attribuzione immobiliare, contenuto nelle condizioni di separazione consensuale omologate, può essere aggradito da terzi creditori del simulato alienante. È valida l’iscrizione ipotecaria effettuata da terzi creditori del simulato alienante dopo l’atto di disposizione patrimoniale e prima della sentenza di accoglimento della domanda di simulazione assoluta che provoca la nullità del negozio per assenza di causa, e dunque i beni si considerano come mai usciti dal patrimonio del disponente.

Nell’interest rate swap l’alea deve essere scientificamente calcolata

Cass. Sez. I, 10.8.2022 n. 24654

Diritto bancario e dei mercati finanziari – interest rate swap – determinazione – nullità

In tema di interest rate swap occorre accertare, ai fini della validità del contratto, se si sia in presenza di un accordo tra investitore e intermediario finanziario sulla misura dell’alea, calcolata secondo criteri scientificamente riconosciuti e oggettivamente condivisi; accordo che non si può limitare al mark to maket, ossia al costo, pari al valore effettivo del derivato a una certa data, al quale una parte può anticipatamente chiudere tale contratto od un terzo estraneo all’operazione è disposto a subentrarvi, ma deve investire altresì gli scenari probabilistici e concernere la misura qualitativa e quantitativa della menzionata alea e dei costi, pur se impliciti, assumendo rilievo i parametri di calcolo delle obbligazioni pecuniarie nascenti dall’intesa, che sono determinati in funzione delle variazioni dei tassi di interesse nel tempo. La violazione di questo principio determina la nullità del contratto, non virtuale ex art. 1418/1 cc, ma strutturale ex art. 1418/2 cc, inerente alla mancanza degli elementi strutturali del contratto.

Da quando decorre il termine di prescrizione dell’azione di responsabilità di amministratori e sindaci

Cass. Sez. I, 8.8.2022 n. 24429

Diritto societario – società di capitali – amministratori – responsabilità – prescrizione – decorrenza

L’azione di responsabilità dei creditori sociali contro gli amministratori della società ai sensi dell’articolo 2394 c.c., anche quando sia promossa dal curatore fallimentare a norma dell’articolo 146 l.f., è sottoposta a prescrizione quinquennale, la cui decorrenza si ha dal momento dell’oggettiva percepibilità, da parte dei creditori, dell’insufficienza dell’attivo a far fronte ai debiti (e non anche dall’effettiva conoscenza di tale situazione), la quale, a sua volta, discendendo dall’insufficienza della garanzia patrimoniale generica (art. 2740 cod. civ.), non coincide con lo stato d’insolvenza di cui all’articolo 5 legge fallimentare, derivante, in primis, dall’impossibilità di ottenere ulteriore credito. In ragione dell’onerosità della prova gravante sul curatore, esiste una presunzione iuris tantum di coincidenza tra il dies a quo di decorrenza della prescrizione e la dichiarazione di fallimento, con conseguente ricaduta sull’amministratore della prova contraria della diversa data anteriore di manifestazione dello stato di incapienza patrimoniale, con la deduzione di fatti sintomatici di assoluta evidenza, la cui valutazione spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se non per vizi motivazionali che la rendano del tutto illogica o lacunosa.

I sindaci non vanno esenti da responsabilità solo per non essere stati informati dagli amministratori

Cass. Sez. II, 4.8.2022 n. 24170

Diritto societario – società di capitali – sindaci – poteri – responsabilità – condizioni

Non è sufficiente ad esonerare i sindaci della società da responsabilità, in presenza di una illecita condotta gestoria degli amministratori, la circostanza di esserne stati tenuti all’oscuro qualora i sindaci abbiano mantenuto un comportamento inerte, sebbene fosse da essi esigibile lo sforzo diligente di verificare la situazione e porvi rimedio, di modo che l’attivazione dei poteri sindacali, avrebbe potuto permettere di scoprire le condotte illecite e reagire ad esse, prevenendo così danni ulteriori.

Gli amministratori non possono delegare illimitatamente i propri poteri a terzi

Cass. Sez. III, 3.8.2022 n. 24068

Diritto societario – società per azioni – amministratori – poteri – delega – limiti

Agli amministratori delle società per azioni non è consentito delegare ad un terzo poteri che, per vastità dell’oggetto, entità economica e assenza di precise prescrizioni preventive e di procedure di verifica, gli facciano di fatto assumere il potere di gestione dell’impresa o comunque di compiere le operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto sociale, essendo tali attività di esclusiva competenza degli stessi amministratori, che sono gli unici cui le dette funzioni possono eventualmente essere delegate.

Gli indici rivelatori dell’insolvenza

Cass. Sez. I, 2.8.2022 n. 23993

Diritto della crisi di impresa – fallimento – insolvenza – indici

In tema di fallimento, lo stato di insolvenza delle società che non siano in liquidazione va desunto dall’impossibilità dell’impresa di continuare ad operare proficuamente sul mercato, che si traduca in una situazione d’impotenza strutturale (e non soltanto transitoria) a soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni, per il venir meno delle condizioni di liquidità e di credito necessarie allo svolgimento dell’attività, restando irrilevante ogni indagine sull’imputabilità o meno all’imprenditore medesimo delle cause del dissesto, ovvero sulla loro riferibilità a rapporti estranei all’impresa, così come sull’effettiva esistenza ed entità dei crediti fatti valere nei suoi confronti, i quali sono oggetto di valutazione incidentale, con la precisazione che lo stato di insolvenza ben può essere ricavato in via induttiva anche dal mancato pagamento di un solo credito di importo non inferiore ad euro trentamila, ai sensi dell’art. 15, ult. co. della legge fallimentare.

Il termine di decadenza per la contestazione dei vizi della cosa venduta decorre per quelli apparenti dalla consegna

Cass. Sez. II, 1.8.2022 n. 23816

Diritto delle obbligazioni e contratti – vendita – vizi o difetti – garanzia – decadenza – decorrenza

In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, ai fini della decorrenza del termine breve di otto giorni per la denuncia, va considerato che in caso di “vizio apparente”, che è quello rilevabile attraverso un rapido e sommario esame del bene utilizzando l’ordinaria diligenza, il dies a quo decorre dal giorno del ricevimento della merce, equiparandosi in tal caso la possibilità di accertamento della condizione del bene alla riconoscibilità dei vizi apparenti.